Il Labirinto, James Dashner | Recensione



Buon pomeriggio lettori!
Mentre si aspetta invano la neve (qui in città non nevica dal 1985), il clima da pinguini non invoglia particolari attività, se non il collaudato sport dello stare sul divano avvolta nel plaid tipo mummia e bere tè e cioccolata calda come se non ci fosse un domani. Se ve lo state chiedendo, no...non abito in Alaska ma in Sardegna (nel sud per giunta), ma ho il sangue caldo e per me stare con una massima di 10 gradi è come stare a meno 10. Comunque, l'unica attività a cui mi sto dando in questi giorni è preparare post per il blog.


Titolo: Il Labirinto
(or.: The Maze Runner)
Autore: James Dashner
Serie: The Maze Runner #1
Genere: urban fantasy
Prima Pubblicazione: 2009
Edizione Italiana: Fanucci, 2011
Pagine: 428


Trama
Quando Thomas si sveglia, le porte dell’ascensore in cui si trova si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome di battesimo. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella Radura, un ampio spazio limitato da invalicabili mura di pietra, che non lasciano filtrare neanche la luce del sole. L’unica certezza dei ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra del gigantesco Labirinto che li circonda vengono aperte, per poi richiudersi di notte. Ben presto il gruppo elabora l’organizzazione di una società ben ordinata e disciplinata dai Custodi, nella quale si svolgono riunioni dei Consigli e vigono rigorose regole per mantenere l’ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell’ascensore.
Il mistero si infittisce un giorno, quando – senza che nessuno se lo aspettasse – arriva una ragazza. È la prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo, ed è il messaggio che porta con sé a stupire, più della sua stessa presenza. Un messaggio che non lascia alternative. Ma in assenza di altri mezzi visibili di fuga, il Labirinto sembra essere l’unica speranza del gruppo... o forse potrebbe rivelarsi una trappola da cui è impossibile uscire.




Il libro di cui vi parlo oggi, Il Labirinto di James Dashner, è stato protagonista proprio recentemente della rubrica #5coseche come un libro famoso che non avevo ancora letto (QUI per leggere il post). Non ho mai visto neanche il film. Tutto ciò mi ha però ricordato che tempo fa avevo vinto questo libro ad un giveaway e, dato che combaciava con gli obiettivi di alcune sfide di lettura (ormai leggo i libri in funzione delle reading challenge a cui partecipo), ne ho approfittato per iniziarne la lettura.

Il libro comincia subito in medias res, con il protagonista all'interno di quello che sembra un ascensore in salita: non ricorda niente della sua vita, all'infuori del suo nome, Thomas.
L'ascensore si apre su una radura, popolata da altri ragazzi; come lui, si sono ritrovati in quel luogo all'improvviso, sapendo con certezza solo il loro nome. Nonostante la giovane età, i Radurai sono riusciti ad organizzarsi come una società civile, coltivando l'orto e allevando gli animali, e assegnando a ciascuno ad una attività. La Radura è circondata da spesse e alte mura, che la separano da un labirinto. Le mura sono provviste di porte che la notte si chiudono...fortunatamente perchè, dopo il tramonto, il labirinto si popola da esseri raccapriccianti e pericolosi.


L'ambientazione del romanzo e la trama in generale suscitano fin dalle primissime righe la curiosità del lettore, soprattutto grazie alla narrazione interna in terza persona, che ci fa sapere e scoprire solo ciò che sa e vede il protagonista, Thomas. Attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri facciamo la conoscenza della Radura e dei Radurai.

Fonte: DeviantArt
La prima parte del libro trascorre piuttosto statica, con poche sorprese (come l'arrivo di una ragazza all'interno della Radura -che è una sorpresa finta visto che ce l'aveva svelato già la sinossi-) e tanti interrogativi.
La seconda parte è invece nettamente più movimentata e adrenalinica, con una serie di colpi di scena che accompagnano fino alla fine del libro. Molte delle domande che ci eravamo posti trovano soluzione, ma se ne fanno avanti di nuove e le ultimissime pagine vi lasceranno ancora più curiosi.
Il protagonista e i personaggi principali sono tutti ben caratterizzati, con personalità definite, ed ho trovato semplice raffigurarmeli nella mia mente e affezionarmi a loro. Ovviamente ho il mio preferito! 😊
Per quanto riguarda lo stile narrativo, l'ho trovato scorrevolissimo e coinvolgente, anche nelle parti più statiche.

La lettura de Il Labirinto è servita a ricordarmi perchè amo così tanto i distopici; non che me ne fossi dimenticata, ma l'ho trovato un ottimo esempio di questo genere.

Era un suono basso, ossessivo, che arrivava da profondo del Labirinto. Un ronzio costante a cui, a intervalli regolari, si aggiungeva uno stridore metallico, come se ci fossero dei coltelli affilati che sfregavano l'uno contro l'altro. Il rumore si fece più intenso con ogni istante che passava. Poi arrivò anche una serie di suoni secchi e lugubri. Thomas pensò che sembravano unghie lunghe che picchiettavano contro un vetro. Un gemito sordo riempì l'aria, seguito da una specie di sferragliare di catene. Tutti quei dettagli, messi insieme, costituivano qualcosa di terrificante. Il poco coraggio che Thomas era riuscito a mettere insieme cominciò a svanire.


Protrama coinvolgente, lettura scorrevole
Contro: ---

* VALUTAZIONE *
Un buon esempio di romanzo distopico che vi terrà incollati alle pagine fino alla fine.

* PUNTEGGIO *
8,5/10

 (punteggio minimo: 5 - punteggio massimo: 10)



Commenti

  1. Felice che ti sia piaciuto <3
    Io ho adorato ancora di più il seguito **

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    1. Voglio leggerlo al più presto perchè non è possibile che finisca così ^_^

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  2. A me era piaciuta la trama e i personaggi, ma ho odiato i dialoghi e il loro modo di parlare.

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    1. A me il loro modo di parlare non ha dato particolare fastidio; all'inizio mi ha lasciato un po' perplessa e pensavo che non l'avrei sopportato e invece alla fine non ci facevo neanche più caso.

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  3. Sai che anche io l'ho vinto tempo fa a un Giveaway e ancora non l'ho letto?? Ora sono molto curiosa di leggerlo, appena finirò la trilogia di Francesco Gungui (una serie distopica ispirata alla Divina Commedia) ci farò un pensierino!!

    p.s. : A Cagliari la neve non è arrivata, ma nel mio paesino in Barbagia ne abbiamo avuto quasi un metro (e infatti non son potuta rientrare e sono rimasta in Campidano :P)

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    1. È parecchio coinvolgente; io di sicuro continuerò la saga appena possibile. :)

      Ho visto i vari servizi al tg e infatti ti ho pensato. :) Figurati, qua a Cagliari e immediati dintorni mai che nevica!

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