Diario di una lettrice in incognito: mini recensioni di Febbraio


 
Ovvero come accumulare 3 mesi di letture di cui parlare.

Ahimè..la costanza non è decisamente il mio forte, soprattutto se ci si mettono di mezzo impegni vari, lavoro, problemi di salute, alieni, ecc...
Per mia fortuna, Febbraio è stato il mese delle riletture: ho infatti ripreso in mano la saga degli Shadowhunters, apprezzandola ancora di più rispetto alla prima volta che l'avevo letta (dovrò rivedere il rating su Goodreads?).

Ovviamente qualche lettura nuova c'è stata *risata malefica*...

Di seguito vi parlerò di:
Whisper, Maggie Stiefvater
Porpora, J.R. Ward
Il cavaliere d'inverno, Paullina Simons


Whisper, Maggie Stiefvater (Books of Faerie #1)

Titolo originale: Lament. The Faerie Queen's Deception
Anno prima pubblicazione: 2008
Trama: La sedicenne Deirdre Monaghan è una musicista incredibilmente timida ma prodigiosamente dotata. Inoltre sta per scoprire di essere una “cloverhand” – una che può vedere le fate. Quando un misterioso ragazzo sbucato dal nulla entra nella sua ordinaria vita di città, Deirdre se ne innamora. Il problema è che l’enigmatico e contraddittorio Luke si scopre essere un “gallowglass” – un assassino senz’anima di fate – e Deirdre sta per essere la sua prossima vittima. Deirdre deve decidere se i sentimenti di Luke verso di lei sono reali, o soltanto un modo per condurla più profondamente nel mondo delle Fate. L’amore di Deirdre per Luke, bello e pericoloso, la costringerà a prendere coscienza dei suoi poteri elfici, e a essere coinvolta in una lotta all’ultimo sangue contro esseri inimmaginabili.


Della Stiefvater sento sempre parlare...ecco, forse questa non è stata una scelta saggia come primo libro da leggere di quest'autrice. Ho rimosso tutto di questo libro e se non avessi aperto Goodreads per copiare la trama, non mi sarei manco ricordata di cosa parlava. Non capisco il perchè di certi avvenimenti, non capisco i personaggi e i loro comportamenti, nè l'utilità della protagonista Deirdre.
Bisogna però dire che questo è solo il primo libro di una saga dedicata al mondo fatato...per ora tuttavia non ho nessuna voglia di continuarla.

Mi sentivo quasi in colpa per starmene lì sdraiata a ripensare a lui mentre sarei dovuta essere già pronta, ma non avevo mai preso una cotta per un ragazzo prima di allora. Bé, questa è una bugia. Alle medie stavo in classe con Rob Martin, un esile ragazzo bruno con una faccia cupa da angelo oscuro. O almeno, così me l'immaginavo. Con il mio superpotere dell'invisibilità, a scuola lo guardavo ogni singolo giorno senza mai avere il coraggio di parlargli. Sapevo che era una specie di santo, perchè parlava ad alata voce contro la crudeltà verso gli animali e fece togliere tutta la carne dai prodotti della caffetteria. Una volta rimproverò l'insegnante di fronte a tutta la classe perchè indossava una giacca di pelle. Usò parole come "anatema" e "pogrom". Era il mio eroe. Poi, pochi giorni prima delle vacanze estive, quando durante la ricreazione lo stavo seguendo come un'ombra, invisibile, lo vidi tirar fuori il suo pranzo e mangiarsi un panino al prosciutto. Da allora non avevo più preso una cotta per nessuno. 


Infine, per la rubrica "traduzioni inutili dei titoli", dico soltanto questo: la furbizia di trasformare il titolo originale inglese in uno diverso ma sempre in inglese. Ecco, grazie.






 
VALUTAZIONE

Porpora/Un amore impossibile, J. R. Ward (La Confraternita del Pugnale Nero #3)

Titolo originale: Lover Awakened
Anno prima pubblicazione: 2006 

 

Trama: Il vampiro Zsadist ha sul viso e sul corpo i segni di un passato di orrori; crede di non saper amare, finché non conosce Bella. Attorno a loro, le avventure intrecciate dei guerrieri della Confraternita, degli altri vampiri e dei loro nemici implacabili: i lesser.

 
Finora il migliore tra quelli che ho letto di questa saga. Terzo capitolo che racconta le vicende di Zsadist e Bella. Finalmente si scopre qualcosa in più sul passato di questo guerriero che, devo dirlo, mi ha incuriosito fin dall'inizio...aspettavo con impazienza il volume dedicato a lui e non sono rimasta delusa. Persino le parti sui lesser che nei primi due libri avevo trovato noiosissime (lo confesso, ogni tanto le avevo pure saltate), qui sono diventate almeno sopportabili.

VALUTAZIONE

 

Il cavaliere d'inverno, Paullina Simons (The Bronze Horseman #1)

Titolo originale: The Bronze Horseman
Anno prima pubblicazione: 1997
Trama:  Leningrado, 1941. In una tranquilla sera d'estate Tatiana e Dasha, sorelle ma soprattutto grandi amiche, si stanno confidando i segreti del cuore, quando alla radio il generale Molotov annuncia che la Germania ha invaso la Russia. Uscita per fare scorta di cibo, Tatiana incontra Alexander, un giovane ufficiale dell'Armata Rossa che parla russo con un lieve accento. Tra loro scatta subito un'attrazione reciproca e irresistibile. Ma è un amore impossibile, che potrebbe distruggerli entrambi. Mentre un implacabile inverno e l'assedio nazista stringono la città in una morsa, riducendola allo stremo,Tatiana e Alexander trarranno la forza per affrontare mille avversità e sacrifici proprio dal legame segreto che li unisce.
 
Ci sarebbero un sacco di cose da dire su questo romanzo. Forse la più importante è che è una di quelle storie coinvolgenti, di quelle che prendono talmente tanto da fare quasi male. Se lo dovessi definire con una sola parola direi intenso, sia per quanto riguarda la storia principale che lo sfondo della guerra in Russia. Che poi proprio sfondo non è: la fame, i bombardamenti, il freddo, sono sempre presenti, come se fossero quasi dei personaggi anche loro. Vogliamo poi parlare di Leningrado, la città in cui è ambientato gran parte del libro? Non so a voi, ma a me è venuta voglia di visitarla e di vedere con i miei occhi i luoghi descritti! I protagonisti poi non sono perfetti, ma proprio per questo forse è stato più facile sentirsi vicino a loro.
Ho letteralmente adorato alcune scene, ci sono diversi punti nel libro che, per vividezza e intensità, sono, secondo me, dei piccoli capolavori. Uno di quei libri che rimane con te anche una volta finito.



"Ricordi cosa mi hai detto a Leningrado? Che genere di vita posso costruire, hai detto, sapendo che ti ho lasciato a morire, o a marcire, in Unione Sovietica? Queste sono le tue precise parole. E, su questo punto, sono d'accordo con te." Abbassò la testa e sussurrò: "Se ti lasciassi, non importa per quale strada andrò, dietro di me correrà il cavaliere di bronzo, sul suo cavallo galoppante, per tutta la notte, fino alla pazzia".


VALUTAZIONE



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