Buon pomeriggio cercatori di storie!
Eccomi con una nuova recensione!
E no. Non inizierò a chiamarlo Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali solo perchè, siccome il film tratto dal libro ha questo nome, la Rizzoli ha pensato bene di cambiare il titolo della nuova ristampa. Odio quando fanno queste cose. A meno che il primo non sia proprio un nome di m.. -scusate eh-, se si è presa la decisione di intitolarlo così che si persegua su quella strada e basta.
Capisco che il "bambini" nel titolo potrebbe non attirare orde di teenagers come il termine "ragazzi", ma in questo caso, quel "bambini" ha molto più senso di quanto si possa pensare.
E ora, se sopportate un piccolo spoiler (che spoiler non è...che tanto lo sappiamo tutti che il nonno non era un visionario e la casa per bambini speciali esiste davvero), vi spiego il perchè: evidenziate le righe sottostanti oppure andate oltre.
I bambini/ragazzi accuditi da Miss Peregrine vivono in una sorta di bolla temporale, cronologicamente fermi ad una data precisa. Loro giocano e studiano e vivono ogni giorno come se fosse diverso sebbene, dal punto di vista temporale, non lo sia, ma di fatto non crescono. Sono bambini nel corpo ma, per certi versi, anche nella mente. Da una parte, nei loro comportamenti e nelle attività quotidiane, sono ancora immersi nella fanciullezza, e dall'altra nel loro modo di parlare a volte si intravvede il peso di anni e anni: in bilico tra infanzia e vecchiaia, è come se avessero saltato l'intera giovinezza e l'età adulta. Ecco perchè per me sono, e dovevano restare anche nel titolo, bambini.
Lo ammetto, un po' sono rimasta condizionata dai trailer del film in arrivo e mi aspettavo decisamente un libro dai toni cupi e dark. Cosa che ho trovato nei primi capitoli e che poi ho perso nel momento in cui il protagonista, Jacob, è entrato in contatto con i Bambini Speciali.
Se c'era della magia (nel senso di atmosfera magica), io l'ho avvertita di rado.
Lasciando da parte le mie aspettative, la storia si legge che è un piacere. Non ci sono tempi morti, c'è il giusto equilibrio tra suspance e romanticismo (anche se di quest'ultimo avrei fatto a meno..chi ha letto il libro sa che ad un certo punto sembra di essere di fronte ad uno strano triangolo)...una storia originale raccontata bene.
Mi ritrovo spesso ad apprezzare i libri che, al loro interno, contengono qualcosa in più...che siano citazioni, titoli di canzoni ecc.: in questo caso, quel di più sono le foto (ho poi scoperto che sono foto d'archivio, di collezionisti privati, che l'autore ha ricercato) che compaiono in varie parti del libro. Ecco, a proposito di cose inquietanti: quelle lo sono.
Il finale de La casa per bambini speciali lascia tutto aperto e lascia anche intendere che il secondo volume sia, in qualche modo, più movimentato e avvincente del primo.
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Il titolo originale del libro è bellissimo, non capisco perché sentano ogni volta l'esigenza di deformare i nomi. In ogni caso questo libro mi attira tantissimo ed entra subito in wishlist, anche se al momento ci sono così tanti libri che vorrei leggere che non saprei da quale cominciare.
RispondiEliminaComunque, ho scoperto ora il tuo blog e lo adoro. Mi piace tantissimo la scelta dei colori, il nome, la grafica pulita, e la struttura dei post. Ti seguo :)
A me infastidisce tantissimo quando fanno così, a volte poi si inventano i titoli più brutti e lontani da quello originale come il caso de "Il mio splendido migliore amico" che in inglese era Splintered. :o
EliminaGrazie mille per i complimenti, sono davvero felice che ti piaccia! Benvenuta!! ^_^