Devo iniziare questo post con una confessione: io Kate Morton non l'avevo mai sentita nominare fino a qualche mese fa.
Detto questo, è sempre scoprire nuovi autori e uscire dalla propria confort zone: in questo caso, la Morton non è entrata nella cerchia delle mie scrittrici preferite ma ho trovato questo suo libro ben scritto e in generale piacevole.
Finita la recensione. Scherzo...se volete i dettagli continuate a leggere!
Nel 1961 la sedicenne Laurel assiste ad un tremendo crimine. 50 anni dopo Laurel decide finalmente di far luce sull'accaduto e sul misterioso passato della madre Dorothy, ormai in fin di vita.
L'ombra del silenzio è un libro che si dispiega attraverso numerosi flashback e differenti punti di vista, che aiutano a ricostruire il mistero al centro del libro e aggiungono nuovi particolari e prospettive. Il collante di tutte queste istanze è la Laurel del 2011 che, assistendo agli ultimi giorni di vita della madre, sente il bisogno di ricostrurne il passato, prima che si sposasse e diventasse madre.
Dopo un prologo che cattura il lettore, la narrazione si perde un po' nei capitoli successivi, che presentano parti meno scorrevoli: ho fatto un pochino di fatica ad entrare nel pieno della storia ma, da un certo punto in poi, sono rimasta coinvolta nelle varie vicende. Considerato che il libro ha più di 500 pagine e l'ho letto in un paio di giorni, si può dire che si legge senza problemi e non risulta pesante.
Per quanto riguarda i personaggi, i principali e i più riusciti sono sicuramente quelli appartenenti ai flashback, ambientati nel 1941, in una Londra devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: Dorothy, Vivien e Jimmy. Laurel, invece, pur essendo anch'essa uno dei personaggi principali, non emerge particolarmente dalle pagine del romanzo.
Le ambientazioni principali sono due: Greenacres e la Londra del 1941. Quest'ultima è quella che mi è parsa meno convincente, un mero sfondo alle vicende dei personaggi: non mi ha trasmesso granchè, nonostante si noti chiaramente una certa cura da parte dell'autrice nel descriverla.
Paradossalmente, tra le ambientazioni quella che spicca maggiormente è una che conosciamo solo per poche pagine, nel breve pezzo che racconta l'infanzia di Vivien in Australia.
Ecco, non so se sono solo io, ma lì ho veramente colto l'atmosfera, i suoni e i colori dei luoghi descritti e si percepisce chiaramente che l'autrice parla di qualcosa di sentito e più vicino a lei (la Morton è nata e vive in Australia).
In conclusione, L'ombra del silenzio è un romanzo coinvolge discretamente e che soffre di qualche pecca, ma a cui si perdona tutto dopo aver letto il finale. Amo i finali che sanno stupire e questo di certo lo è.
L'ombra del silenzio è un libro che si dispiega attraverso numerosi flashback e differenti punti di vista, che aiutano a ricostruire il mistero al centro del libro e aggiungono nuovi particolari e prospettive. Il collante di tutte queste istanze è la Laurel del 2011 che, assistendo agli ultimi giorni di vita della madre, sente il bisogno di ricostrurne il passato, prima che si sposasse e diventasse madre.
Dopo un prologo che cattura il lettore, la narrazione si perde un po' nei capitoli successivi, che presentano parti meno scorrevoli: ho fatto un pochino di fatica ad entrare nel pieno della storia ma, da un certo punto in poi, sono rimasta coinvolta nelle varie vicende. Considerato che il libro ha più di 500 pagine e l'ho letto in un paio di giorni, si può dire che si legge senza problemi e non risulta pesante.
Per quanto riguarda i personaggi, i principali e i più riusciti sono sicuramente quelli appartenenti ai flashback, ambientati nel 1941, in una Londra devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: Dorothy, Vivien e Jimmy. Laurel, invece, pur essendo anch'essa uno dei personaggi principali, non emerge particolarmente dalle pagine del romanzo.
Le ambientazioni principali sono due: Greenacres e la Londra del 1941. Quest'ultima è quella che mi è parsa meno convincente, un mero sfondo alle vicende dei personaggi: non mi ha trasmesso granchè, nonostante si noti chiaramente una certa cura da parte dell'autrice nel descriverla.
Paradossalmente, tra le ambientazioni quella che spicca maggiormente è una che conosciamo solo per poche pagine, nel breve pezzo che racconta l'infanzia di Vivien in Australia.
Ecco, non so se sono solo io, ma lì ho veramente colto l'atmosfera, i suoni e i colori dei luoghi descritti e si percepisce chiaramente che l'autrice parla di qualcosa di sentito e più vicino a lei (la Morton è nata e vive in Australia).
In conclusione, L'ombra del silenzio è un romanzo coinvolge discretamente e che soffre di qualche pecca, ma a cui si perdona tutto dopo aver letto il finale. Amo i finali che sanno stupire e questo di certo lo è.
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