Oggi vi propongo la recensione di Nerve, uno dei miei due acquisti al Salone del Libro, e che quindi aspettava sulla libreria da Maggio. A breve pubblicherò anche il mio commento sul film tratto da questo romanzo, ma che posso già sintetizzare con il quesito "Perché fanno film tratti dai libri quando poi cambiano praticamente tutto?".
Nerve è il nome di un gioco in cui i concorrenti devono superare delle sfide per vincere dei premi, man mano che si va avanti le sfide diventano sempre più difficili e di pari passo cresce il valore dei premi. Ogni sfida va documentata con un video e chi riesce a superarle tutte e viene seguito da un consistente numero di follower può arrivare a partecipare alla finale.
Il romanzo di Jeanne Ryan parte da una base interessante e controversa e apre diversi spunti di riflessione. Nerve è un gioco sadico, in cui le sfide vanno da quelle illegali o umilianti ad altre seriamente pericolose. Un meccanismo che si colloca perfettamente nel quadro di una società in cui il materialismo e il desiderio di apparire a qualunque costo la fanno da padrone. Cosa si è disposti a fare per i soldi e/o per la popolarità? Nel caso della protagonista del romanzo, Dee, queste motivazioni sono in realtà in qualche modo rese più accettabili, giustificate perché attinenti a qualcosa di più importante che un paio di scarpe: il premio finale che viene promesso a Dee è infatti l'iscrizione al college che sogna. Dall'altra parte c'è anche la volontà di riscattarsi dal suo sentirsi una figura marginale, perennemente dietro le quinte.
L'altro elemento che colpisce subito di Nerve è l'importanza e la presenza costante dei follower e soprattutto degli Spettatori, persone che non si iscrivono al gioco per partecipare ma per seguire e filmare i concorrenti. Una cosa che ho trovato parecchio inquietante e agghiacciante, già dal prologo del libro.
Per quanto riguarda i personaggi, quella più rilevante è sicuramente Dee, anche se a volte non ne ho capito i comportamenti. Gli altri rimangono marginali, non tanto come ruolo e presenza all'interno della storia, ma piuttosto come caratterizzazione che ho trovato abbastanza vaga e stereotipata.
La storia si legge tutta d'un fiato ed è avvincente, nonostante abbia trovato alcune parti meno convincenti, come i capitoli finali. Questi ultimi risultano un po' confusi; ad un certo punto la protagonista prende una decisione importante e fa qualcosa che capovolge la situazione, ma ho avuto l'impressione che ciò che succede non sia stato abbastanza d'impatto e non abbia portato a delle importanti conseguenze. In parole povere, io mi aspettavo che facesse qualcosa che scardinasse il sistema e sono rimasta un po' perplessa da ciò che invece accade.
Nerve è un romanzo che vorrebbe dire molte cose importanti e che si sofferma su aspetti anche attuali della società, ma ha secondo me paura di affrontare realmente questi temi. È come se cercasse sempre di addolcire quello che presenta, cose che invece a me hanno fatto anche parecchia impressione e che raccontate in modo diverso forse sarebbero state più d'impatto. In questo modo, invece, Nerve spreca in parte il suo potenziale e rimane nell'ambito dello young adult, con tanto di classico insta-love che secondo me poteva benissimo essere evitato.
Detto questo, vi consiglio comunque la sua lettura perché la parte distopica è molto interessante e, in generale, è una lettura piacevole e scorrevole!
Il romanzo di Jeanne Ryan parte da una base interessante e controversa e apre diversi spunti di riflessione. Nerve è un gioco sadico, in cui le sfide vanno da quelle illegali o umilianti ad altre seriamente pericolose. Un meccanismo che si colloca perfettamente nel quadro di una società in cui il materialismo e il desiderio di apparire a qualunque costo la fanno da padrone. Cosa si è disposti a fare per i soldi e/o per la popolarità? Nel caso della protagonista del romanzo, Dee, queste motivazioni sono in realtà in qualche modo rese più accettabili, giustificate perché attinenti a qualcosa di più importante che un paio di scarpe: il premio finale che viene promesso a Dee è infatti l'iscrizione al college che sogna. Dall'altra parte c'è anche la volontà di riscattarsi dal suo sentirsi una figura marginale, perennemente dietro le quinte.
L'altro elemento che colpisce subito di Nerve è l'importanza e la presenza costante dei follower e soprattutto degli Spettatori, persone che non si iscrivono al gioco per partecipare ma per seguire e filmare i concorrenti. Una cosa che ho trovato parecchio inquietante e agghiacciante, già dal prologo del libro.
Per quanto riguarda i personaggi, quella più rilevante è sicuramente Dee, anche se a volte non ne ho capito i comportamenti. Gli altri rimangono marginali, non tanto come ruolo e presenza all'interno della storia, ma piuttosto come caratterizzazione che ho trovato abbastanza vaga e stereotipata.
La storia si legge tutta d'un fiato ed è avvincente, nonostante abbia trovato alcune parti meno convincenti, come i capitoli finali. Questi ultimi risultano un po' confusi; ad un certo punto la protagonista prende una decisione importante e fa qualcosa che capovolge la situazione, ma ho avuto l'impressione che ciò che succede non sia stato abbastanza d'impatto e non abbia portato a delle importanti conseguenze. In parole povere, io mi aspettavo che facesse qualcosa che scardinasse il sistema e sono rimasta un po' perplessa da ciò che invece accade.
Nerve è un romanzo che vorrebbe dire molte cose importanti e che si sofferma su aspetti anche attuali della società, ma ha secondo me paura di affrontare realmente questi temi. È come se cercasse sempre di addolcire quello che presenta, cose che invece a me hanno fatto anche parecchia impressione e che raccontate in modo diverso forse sarebbero state più d'impatto. In questo modo, invece, Nerve spreca in parte il suo potenziale e rimane nell'ambito dello young adult, con tanto di classico insta-love che secondo me poteva benissimo essere evitato.
Detto questo, vi consiglio comunque la sua lettura perché la parte distopica è molto interessante e, in generale, è una lettura piacevole e scorrevole!
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Non è dispiaciuto nemmeno a me, ma in generale la pensiamo uguale. Aspetto la recensione al film! Nemmeno questo un capolavoro, ma l'ho trovato piacevole.
RispondiEliminaIn questo periodo continuo a trovare libri che mi piacciono ma che varei scritto in modo diverso. :D
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