Buongiorno lettori!
Oggi vi parlo de La Cercatrice di Corallo di Vanessa Roggeri, uscito lo scorso mese per Rizzoli e di cui ho già affrontato nel particolare le figure maschili per il blog tour che si è concluso domenica.
È stato il primo libro della Roggeri che leggevo, ma mi ha colpito talmente da spingermi ad iniziare quasi subito anche Fiore di Fulmine di cui poi vi parlerò.
La Cercatrice di Corallo racconta una storia intensa, magica e affascinante, spietata e delicata al tempo stesso. È un romanzo ricco di tanti spunti e tante suggestioni, il cui punto di forza è una scrittura capace di far uscire dalla pagina luoghi e personaggi.
L'ambientazione è il primo aspetto che mi ha colpito: i paesaggi che si incontrano nel romanzo non sono semplicemente descritti, ma l'autrice riesce a comunicare un'atmosfera particolare e delle emozioni attraverso pochi tratti. L'amore che l'autrice ha per la Sardegna è poi evidente in tutto il libro, ed è qualcosa che il lettore sente e che contribuisce a far apprezzare la storia narrata. Io sono sarda quindi era forse piuttosto facile immaginarmi certi paesaggi, ma sono sicura che anche chi non è mai stato in Sardegna non avrà difficoltà a raffigurarsi gli spazi del romanzo.
Ambientazione che si divide tra mare e zone dell'interno, un contrasto che ricalca quello tra i personaggi, in particolare tra Dolores Derosas e il cugino acquisito Fortunato, colpevole di non aver voluto aiutare la famiglia della donna in un momento di estrema difficoltà in nome di un vecchio rancore.
I personaggi sono complessi e ben tratteggiati. Quello che mi ha colpito maggiormente è sicuramente quello di Dolores, una donna forte, orgogliosa e vendicativa. Un personaggio che definirei più negativo che positivo all'interno della storia, ma a cui non si può non riconoscere una forza di volontà straordinaria e la capacità di riemergere dalle ceneri con le sue sole forze, in un'epoca poi come quella degli anni Venti del Novecento in cui era difficile vedere una donna farsi strada nel mondo da sola nel modo in cui fa Dolores.
L'altro personaggio che mi ha colpito da subito e a cui non ho potuto che affezionarmi è Regina, la figlia di Fortunato: la sua libertà, innocenza, curiosità e ingenuità mi hanno conquistato. È lei la cercatrice di storie e proprio la sua ricerca del prezioso e raro corallo bianco si può considerare il filo conduttore dell'intero romanzo; in realtà un po' tutti i personaggi cercano con fervore qualcosa al di fuori di essi quando forse ciò che avrebbe potuto renderli davvero felici si trovava più vicino.
La Cercatrice di Corallo è una storia di amore e di vendetta, ma non solo. Considerare questo romanzo solo in questo modo sarebbe riduttivo perché c'è talmente tanto altro che che è necessario secondo me prendere tutto insieme e semplicemente lasciarsi trasportare dai paesaggi, dai personaggi e dalle decine di argomenti che in realtà questo romanzo tocca (se avete seguito il blog tour degli scorsi giorni avete potuto avere un assaggio dei tanti temi che tratta).
Dietro al romanzo c'è tutto un lavoro di ricerca e approfondimento per quanto riguarda la storia della Sardegna in quel periodo, e soprattutto la pesca e il mercato del corallo. Io stessa che sono abituata a vederlo usato nei gioielli, non sapevo assolutamente niente di come si pescava, dell'economia e dei problemi legati a questo lavoro che ci potevano essere in quel periodo storico, ed è stato molto interessante scoprire questo aspetto ed altri della storia della mia terra.
Per parlarvi in maniera approfondita di questo romanzo ci vorrebbero pagine e pagine perché c'è davvero moltissimo da dire (e poi vi farei un sacco di spoiler), ma spero comunque che con questa mia breve recensione vi abbia incuriosito. Non sono entrata troppo nei particolari della storia volutamente perché è un romanzo che va vissuto e assaporato in prima persona..che è un po' quello che sento anche per la Sardegna, una terra che è difficile da spiegare a parole (ci riusciva in maniera magistrale Grazia Deledda e Vanessa Roggeri è sulla buona strada) ma a cui ci si deve semplicemente abbandonare.
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