Buon pomeriggio lettori!
Oggi doppia recensione (più o meno): non ho ancora avuto modo di parlarvi di due ottime letture che ho fatto questa estate, ma non avevo voglia di fare una recensione completa (lo so, sono pessima) e d'altronde volevo anche fare una specie di confronto tra i due romanzi. Alla fine è uscito fuori questo post.
A Court of Thorns and Roses l'ho letto grazie ad una traduzione amatoriale di un gruppo di ragazze; dovrebbe arrivare in Italia prossimamente ma ancora non c'è una data precisa. The Cruel Prince è uscito martedì, ma io l'ho letto in inglese quando ancora non sapevo che l'avrebbero portato anche da noi. Entrambi i romanzi raccontano la storia di un'umana che si ritrova a vivere nel regno delle fate, ma arrivano secondo me a risultati molto diversi.
A Court of Thorns and Roses in breve
Il romanzo di Sarah J. Maas (primo di una serie che per ora è arrivata al terzo volume) è ispirato a La Bella e la Bestia, anche se nel corso della storia si ritrovano qua e là accenni ad altre fiabe classiche. Inoltre molte delle soluzioni presenti nel romanzo rispecchiano i canoni della letteratura classica: l'ambientazione innanzitutto, ma anche la presenza di una serie di prove che la protagonista deve superare, il tema del sacrificio, ecc...
La storia è coinvolgente ma scivola in qualche cliché ed è in generale molto più "teen" rispetto al romanzo di Holly Black. La parte iniziale cattura sicuramente l'attenzione (e mi ha ricordato le atmosfere di Crimson Bound di Rosamund Hodge) ma poi il tutto va a scemare in una prima parte molto lenta e concentrata sul rapporto tra i due protagonisti e, infine, in una seconda parte che si riprende dal punto di vista del ritmo e degli eventi che accadono ma che sa spesso di già visto e da cui mi aspettavo sicuramente di più.
The Cruel Prince in breve
Pur avendo apprezzato A Court of Thorns and Roses, con The Cruel Prince di Holly Black raggiunge proprio un altro livello. Ho adorato questo libro e spero davvero che i seguiti (il secondo volume The Wicked King uscirà negli USA a gennaio del 2019) siano altrettanto appassionanti e ben scritti.
La storia e lo stile appaiono più maturi rispetto al romanzo della Maas; la trama è originale e ricca di colpi di scena, i personaggi ben caratterizzati e ricchi di sfumature. La protagonista è senza dubbio Jude e seguiamo le vicende dal suo punto di vista, ma gli altri personaggi (a cominciare dalle due sorelle di Jude) hanno comunque un'importanza notevole, non sono solo messi lì a fare da contorno o comunque solamente in funzione della protagonista, ma hanno una propria storia e una propria autonomia e un proprio carattere ben definito. Da questo punto di vista il romanzo di Holly Black risulta molto meglio costruito e strutturato rispetto a quello di Sarah J. Maas i cui personaggi non raggiungono la stessa profondità e autonomia narrativa (e dire che ci speravo soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Amarantha!). Ho apprezzato molto il fatto che non ci siano personaggi interamente positivi o negativi, ma ognuno ha luci e ombre. La stessa Jude è lontana dall'eroina senza macchia e senza paura ma si mostra molto più umana e quindi in qualche modo facilmente relazionabile con il lettore.
Il mondo delle fate
Quando ero piccola uno dei miei giochi preferiti era impersonare una strega o una fata; le fate erano sempre buone e amabili, votate ad aiutare il prossimo...e alla lunga pure un po' noiose, mi divertivo di più ad essere una strega. Il mio immaginario infantile era piuttosto lontano dall'immagine delle fate che ho poi ritrovato nella letteratura young adult. Senza entrare troppo nel dettaglio perché l'evoluzione e la caratterizzazione della figura della fata è un processo che risale ovviamente all'antichità e che si differenzia a seconda dei Paesi, la tipologia che ho incontrato più frequentemente nella letteratura americana è quella anche chiamata in inglese faerie (in antitesi con fairy): creature maliziose e dispettose, quando non addirittura ostili e crudeli. Un certo filone attribuisce ai faerie una certa tendenza al furto (ad esempio, fate che rapiscono i bambini). Senza andare molto lontano, se avete letto la serie Shadowhunters avrete presente di che tipologia di fate parliamo.
Sia il libro della Maas che quello della Black risentono quindi di questa visione della figura della fata.
Mi piaceva troppo e dovevo metterla :) |
Come ho detto i primissimi capitoli di A court of thorns and roses mi sono piaciuti tantissimo perché si percepiva un'atmosfera misteriosa e un po' dark e da fiaba classica (per esempio il fatto che le fate possano passare da sembianze umane a quelle animali). Tuttavia, dal momento in cui la protagonista, Feyre, viene portata a vivere alla Corte delle fate mi è parso che le cose prendessero sempre più una piega edulcorata e un filtro "unicornoso". Sì, teoricamente ci sono insidie e minacce più o meno velate e viene spesso ribadito il fatto che le Corti sono pericolose per gli umani, ma non sono riuscita a percepire fino in fondo questo clima. Anche l'ambientazione vorrebbe rispecchiare il dualismo affascinante-pericoloso ma a me è sembrata una successione di paesaggi bucolici, la cui descrizione mi è in effetti piaciuta ma che si fermano alla bellezza dimenticando la parte temibile. Ci sono poi alcuni particolari che mi hanno fatto abbastanza ridere, per esempio ci sono tutta una serie di capitoli in cui il co-protagonista maschile, Tamlin, si comporta come il migliore dei personaggi maschili di un new adult, e cioè come se fosse bipolare. Mah.
A court of thorns and roses si legge tutto d'un fiato, è coinvolgente e si vuole arrivare alla fine, ma tutte queste piccole cose rovinano un po' il tutto.
Il significato di coinvolgente ha preso poi tutto un altro rilievo una volta letto The Cruel Prince. Se il romanzo della Maas mi è piaciuto nonostante i difetti, quello della Black mi ha conquistata al 100% e non vi ho trovato nessun difetto significativo. Il che lo pone ad un livello nettamente superiore.
Una delle differenze più sostanziali è proprio la rappresentazione che viene fatta delle fate e del loro mondo.
In entrambi i romanzi si parte dal presupposto che il regno delle fate sia un luogo pericoloso e non adatto ad un umano, ma è solo ne Il Principe Crudele (mi sono accorta solo ora che ho continuato ad usare il titolo originale invece di quello italiano) che si sente davvero questo fatto. Il mondo della Black è crudele, infido e potenzialmente letale, ma allo stesso tempo stupefacente e ammaliante.
So che questo è stato un post molto più lungo del solito quindi grazie mille a chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui! Vi piacciono le storie con fate e creature simili?
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Da quando ho scoperto queste fate più oscura sinceramente non posso farne a meno xD Acotar mi è piaciuto, nonostante tutto, specie nella seconda parte grazie a Rhysand XD e senza ombra di dubbio i volumi successivi sono molto più belli,proprio grazie a questo personaggio.
RispondiEliminaIl principe crudele non vedo l'ora di leggerlo *w*
Esatto Giusy, quelle sempre buone e generose erano noiosissime! ^_^
EliminaChe carina l'idea di questo "scontro" fra libri affini! ^_____^
RispondiEliminaGrazie Sophie <3
EliminaBella la tua idea di confrontare due romanzi simili. Li leggerei entrambi:)
RispondiEliminaMeritano sicuramente entrambi :)
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