Sono una brutta persona, ho lasciato di nuovo il blog abbandonato.
La buona notizia è però che finalmente sono riuscita a leggere un romanzo di Frances Hardinge, autrice che mi è stata più volte calorosamente consigliata!
L'albero delle bugie è ambientato in epoca vittoriana e vede come protagonista Faith, una ragazzina intelligente ed appassionata di scienza, che tuttavia deve nascondere la sua natura proprio a causa dell'epoca in cui vive e del ruolo delle donne in quel periodo.
Questo finché il padre muore in circostanze misteriose e Faith inizia un'indagine per scoprire davvero cos'è accaduto.
L'albero delle bugie è quindi una sorta di mystery young adult storico, ambientato a Vane, remota isola in cui la famiglia e lo zio di Faith sbarcano a seguito del padre, famoso esperto di fossili, chiamato sul posto per collaborare in alcuni scavi archeologici. L'ambientazione concorre sicuramente a creare un'atmosfera misteriosa e fosca: le scogliere, le grotte nascoste e il mare che spesso invade la strada costiera nascondono appaiono minacciose e conturbanti.
La storia narrata è ricchissima di suspense e di misteri da scoprire. La voce di Faith ci accompagna indizio dopo indizio, facendo luce anche sui vari personaggi che ricorrono nel romanzo.
Faith mi è piaciuta dalle prime righe: la sua natura la porta a voler sapere le cose e capire ciò che la circonda, ma per questo si sente cattiva e malvagia perché sa che da una femmina non ci sia aspetta che sia intelligente o che faccia domande, ma solo che sia delicata e arrendevole.
In questo senso, L'albero delle bugie non contiene solo un'appassionante storia, ma anche uno spunto di riflessione riguardante il ruolo della donna in generale e, nell'epoca in cui si svolge il romanzo in particolare.
Il romanzo offre altri tre esempi di figure femminili interessanti: la madre di Faith, la signorina Hunter e la signora Lambent. Protagoniste di pochi o pochissimi passaggi, contribuiscono comunque al tema di cui parlavo sopra.
Un altro personaggio che secondo me è doveroso menzionare è quello del Reverendo Sunderly, il padre di Faith. Anche se "fisicamente" compare in una porzione minima del libro, il suo personaggio è in realtà costantemente presente perché sempre presente nei pensieri della figlia. Faith non indaga solamente sulla morte del padre, ma compie anche una sorta di percorso di scoperta di una figura da lei ammirata e presa come riferimento, ma che è stata tuttavia sempre distante.
Questo primo approccio con la scrittura della Hardinge è stato più che positivo, ho apprezzato molto il suo stile e le sue metafore "fisiche" e "animalesche" (si parla spesso di fame, di denti...), quasi a voler sottolineare maggiormente l'atmosfera di pericolo e l'aggressività del mondo in cui si muove la protagonista.
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