Da ieri su Netflix, It's Okay to Not Be Okay è una moderna fiaba dark che mi ha catturato dai primi secondi, continuando a emozionarmi ad ogni puntata.
Mancano ancora diversi mesi alla fine dell'anno ma io sono pronta a eleggerlo il miglior k-drama del 2020 (e infatti sono già alla seconda visione).
Ogni episodio fa riferimento in qualche modo a una fiaba classica (Barbablù, Il brutto anatroccolo, ecc), non solo nel titolo e nelle narrazioni della voce fuori campo, ma soprattutto nelle vicende vere e proprie o nei discorsi dei protagonisti, caricando di ulteriore significato e rendendo più chiari i sentimenti e le azioni dei personaggi. Ho adorato anche le scene di animazione nei primi episodi: ricordano moltissimo il cinema di Tim Burton e quindi non potevo non apprezzarle.
L'atmosfera lievemente dark non preclude la presenza di scene comiche e più leggere, così come di romance e mistery...d'altronde stiamo pur sempre parlando di un drama coreano e una delle caratteristiche che più amo è proprio la mescolanza di diversi generi.
L'interpretazione degli attori secondo me è ottima, soprattutto quella del personaggio Sang-tae, un ruolo non semplice da affrontare e che poteva rischiare di sfuggire di mano. Ko Moon-young poi non è affatto la classica protagonista dei drama e l'attrice è stata bravissima nel mettere in scena un personaggio che appare senza emozioni o empatia.
It's Okay to Not Be Okay è una serie curativa, che parla di solitudini, accettazione e liberazione. Tutti i personaggi compiono un percorso di crescita interiore e guardare il drama diventa così quasi un viaggio catartico.
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