Quando mi capita di prendere in mano libri che stazionano per anni nella mia libreria (fisica o kindle), per qualche ragione evito sempre di andare a rileggere la trama. Li leggo quindi senza ricordare minimamente niente, neanche un vago ricordo della trama o di chi dovrebbe essere il protagonista. D'altronde se ho comprato tale libro significa che ho pensato mi sarebbe piaciuto, no?
Nel caso di The Falconer (in italiano lo trovate come La Cacciatrice di Fate) non avevo idea di cosa avrei trovato e sono rimasta piacevolmente sopresa perché mi sono imbattuta in una storia che non avrei mai immaginato.
L'ambientazione è una Scozia di metà Ottocento...steampunk. Velivoli, armi e altri oggetti meccanici sono inseriti in maniera naturale nel contesto vittoriano, come se fosse assolutamente normale trovare un aggeggio per versare automaticamente il tè nelle tazzine.
La protagonista, Aileana, dietro la maschera di giovane ragazza per bene nasconde la sua attività notturna come cacciatrice di fate. Aileana è indipendente, diretta e feroce. Tra le migliori protagoniste che ho incontrato finora e sicuramente non una che aspetta il bello di turno per essere salvata. Anzi.
Dei personaggi secondari ho adorato Derrick, una specie di folletto che vive nell'armadio di Aileana, va matto per il miele e regala i migliori momenti di humor del libro. Le Fate di The Falconer ovviamente non hanno niente o quasi di carino o coccoloso; se conoscessi meglio il folklore scozzese potrei azzardare qualche riferimento ad esso ma sfortunatamente non ne so niente quindi starò zitta. Però mi piacerebbe sicuramente saperne di più, anche perchè ho ritrovato figure che avevo già incontrato in altri libri e questo ha acceso ancora di più la mia curiosità. Kiaran, una fata che fa parte di una razza molto potente e che addestra e aiuta la nostra protagonista, è un personaggio che generalmente mi sarebbe piaciuto. Ho sempre un debole per i personaggi apparentemente freddi e imperturbabili ma sotto sotto dal cuore tenero: in questo caso però non mi ha impressionato chissà quanto. Ricordavo vagamente parecchi commenti entusiasti riguardanti questo personaggio (praticamente l'unico elemento che ricordavo di questo libro) quindi forse sono partita con alte aspettative: per me è un personaggio ok, ma il mio apprezzamento finisce qui.
La trama è originale e coinvolgente, ricca di azione e combattimenti. Temi importanti sono anche il lutto (Aileana caccia le fate per vendicare la madre uccisa da una di esse) e il ruolo della donna nella società dell'epoca. , Aileana è un'anticonformista. Ciò che tutti si aspettano da una donna, non solo il matrimonio e i figli come fine ultimo ma anche piccole cose come il non uscire senza un'accompagnatrice, non fanno parte della mentalità di Aileana, che giustamente ha cose più importanti a cui pensare (tipo salvare la gente). Con tutti i paletti del caso perché ovviamente si tratta principalmente di un fantasy, proprio l'essere una cacciatrice di fate, figura lontana dalla normalità di tutti i giorni, ma anche il trauma che ha subito, fanno sì che Aileana veda la realtà con una prospettiva diversa.
Lo stile di Elizabeth May è equilibrato: non eccessivamente discorsivo o descrittivo, cattura l'attenzione del lettore e rende partecipi agli eventi senza dilungarsi in descrizioni di particolari inutili o in monologhi e soliloqui eccessivamente prolissi. È bello ogni tanto leggere un romanzo scritto bene (almeno a parer mio) in cui tutti gli elementi citati hanno un loro perché e sono in qualche modo funzionali alla trama o alla definizione dei personaggi.
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