Soundless parte da una base molto interessante: la protagonista vive infatti in un villaggio in cima alla montagna in cui tutti gli abitanti hanno perso da generazioni il dono dell'udito. Quando sempre più persone iniziano a perdere anche la vista, Fei e un suo amico d'infanzia decidono di tentare l'impossibile e raggiungere la città a valle.
Richelle Mead questa volta si ispira alla mitologia cinese per sviluppare una storia curiosa e dal forte potenziale. Fei e gli abitanti del suo villaggio vivono praticamente isolati sulla sommità di una montagna e il loro unico collegamento con il mondo esterno è una funivia che porta cibo e beni di prima necessità in cambio del metallo estratto dalla miniera. La società è rigidamente divisa in caste: da una parte i minatori occupano i gradini più bassi mentre gli artisti quelli più alti. Significativo è il ruolo che l'autrice affida agli artisti: essi hanno infatti il compito fondamentale di registrare gli eventi del villaggio tramite scritti e illustrazioni, il loro lavoro costituisce la memoria storica del villaggio e per questo sono visti con riguardo.
Avendo amato moltissimo la serie de L'Accademia dei Vampiri (ogni tanto la rileggo ancora) mi aspettavo grandi cose da questo romanzo ma sfortunatamente non si è dimostrato all'altezza. Se fosse stato sviluppato in due o tre libri sarebbe stato forse meglio, ci sarebbe stato più spazio per costruire adeguatamente la storia e caratterizzare meglio i personaggi. Allo stato attuale manca invece di intensità e non risulta convincente, non si ha il tempo per affezionarsi ai protagonisti e troppi punti della storia rimangono oscuri. Quando Fei lascia il suo villaggio scopre una serie di cose importanti, ci vengono dati degli indizi che fanno pensare che la protagonista possa avere un ruolo molto più grande ma poi tutto ciò non ha un seguito e il libro si conclude lasciandoci con tante domande.
Insomma, un peccato.
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