Buon pomeriggio!
L'atmosfera Halloweenesca a quanto pare si fa sentire inconsciamente (non ho mai seguito particolarmente questa festa) perché oggi vi propongo la recensione de L'incubo di Hill House di Shirley Jackson, in collaborazione con Giusy di Divoratori di Libri.
Sono stata fortunata perché in biblioteca sono riuscita a trovarne una versione più o meno recente, del 2004 (e ovviamente mi sono dimenticata di fare le foto), ma esiste anche una ristampa del 2016, sempre di Adelphi.
La trama in breve: il dottor Montague decide di portare avanti un esperimento sulle manifestazioni soprannaturali e sugli effetti delle turbe psichiche in una casa definita stregata. Con lui a Hill House ci saranno Eleanor Vance, Luke Sanderson, erede della proprietà, e Theodora.
L'incubo di Hill House non potrebbe avere titolo più azzeccato: l'intero romanzo è permeato da un'atmosfera onirica, oscura e sfasata, come in un sogno in cui il senso del tempo non esiste e le cose sembrano reali, solo un po' più strane e confuse.
La casa infestata è un classico tema della letteratura dell'orrore, ma il romanzo di Shirley Jackson ne dà un'interpretazione originale e raffinata: non è un horror in senso stretto, o almeno come me lo immaginavo quando ho iniziato la lettura, poiché la parte "spaventosa" è limitata a sinistri rumori e a poco altro. A tenere sulle spine il lettore è invece la suggestione data dalle descrizioni della casa e dai pensieri dei protagonisti, ma soprattutto il fatto che fino all'ultimo non siamo certi di avere di fronte la realtà o un incubo generato dalla mente e dalle paure dei protagonisti.
Alla fine della libro ci si chiede: è stato tutto reale o una mera fantasia?
L'incipit del libro è forse uno dei migliori che abbia mai letto; entrato subito a far parte dei miei preferiti, dà subito un'idea dell'atmosfera suggestiva del libro e presenta quello che di fatto è uno dei personaggi principali, cioè Hill House stessa. Leggendo le pagine è facile immaginarsi questa casa affascinante eppure malevola, quasi labirintica, con le sue stanze senza finestre e le sue torrette.
Per quanto riguarda gli altri protagonisti (quelli in carne e ossa, diciamo), oltre ai quattro che ho nominato all'inizio, fanno una breve apparizione i Dudley, il custode e la governante di Hill House, che in quanto a stranezza e inquietudine si abbinano alla perfezione con la casa.
Il personaggio su cui tuttavia ci si concentra maggiormente è Eleanor Vance, i cui pensieri accompagnano il lettore per tutto il libro. Avendo assistito per anni, giorno e notte, la madre malata, Eleanor è una persona che quindi ha dovuto mettere da parte se stessa e reprimere i suoi desideri; sempre sola, ha sviluppato al contempo una notevole immaginazione.
Più che un horror, L'incubo di Hill House è allora un romanzo psicologico dalle tinte cupe, in cui si assiste davvero alla messa in scena dell'esperimento di Montague. La suggestione data da storie lugubri e dal soggiorno in un luogo come un'antica tenuta dalla brutta fama, abbinata ad un particolare sensibilità verso certi temi data dal carattere di una persona e dal suo passato, può portare ad uno stato tale in cui si arriva a trasformare la realtà e adattarla all'incubo nella propria mente?
Eleanor è un personaggio interessante ma devo ammettere che pagine e pagine dei suoi pensieri mi sono risultati dopo poco tempo abbastanza noiosi. Gli altri personaggi poi mi sono stati antipatici praticamente fin da subito e non hanno quindi contributo a farmi apprezzare la storia.
Pur riconoscendo la bravura della Jackson e i molti pregi del romanzo, non sono riuscita ad appassionarmi alla storia e ai personaggi e L'incubo di Hill House è rimasto una lettura curiosa e dalle implicazioni interessanti, ma non emotivamente coinvolgente.
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Vero, l'incipit è molto bello *_*
RispondiElimina<3 <3
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